San Nicolò di Celle
San Nicolò di Celle è la più grande frazione di Deruta, il toponimo nasce dal nome del santo venerato, San Nicola, con il termine Celle, probabilmente riferito alla presenza di un certo numero di celle monastiche nei dintorni. Il piccolo centro si sviluppò infatti in età medievale dopo l'arrivo dei Benedettini.
Il suo nome è da ricondurre alla presenza di celle monastiche benedettine nel territorio, come nel caso della vicina Sant’Angelo di Celle.
Originariamente erano esistenti due “ville” vicine: quella di San Nicolò e quella di San Cristoforo di Celle. Nel XIV secolo si decise di trasformare uno dei due in un vero e proprio insediamento e venne costruito il Castello di San Nicolò di Celle, tutt’ora esistente e nucleo del paese.
La Chiesa di San Nicola, ubicata poco fuori dal castello è di antiche origini e fu completamente ricostruita nel 1890 su disegno dell’ingegnere Nazzareno Biscarini. Il campanile ottagonale, caratterizzato dalla sua massiccia mole e ben visibile dai centri vicini, fu iniziato nel 1876 e terminato nel 1881.
La facciata, come tutte le chiese leonine del territorio perugino, è caratterizzata da un piacevole prospetto in terracotta. L’interno ospita cinque altari e fu decorato dal pittore perugino Giovanni Ellero nel 1915.
Tradizionalmente a San Nicolò di Celle si lavorava il vimine e la paglia palustre per la fabbricazione di ceste, seggiole e canestri, che venivano rivenduti in tutto il comprensorio. In particolare, la produzione di sedie e il mestiere del sediaio hanno costituito, e costituiscono ora solo in parte, una buona fonte di reddito.
Vi è inoltre la chiesa della Madonna del Pantanelli, un piccolo edificio di culto a impianto rurale del XVI secolo, con navata unica e copertura con tetto a capriate lignee.
Al suo interno è custodito un affresco raffigurante la Madonna col Bambino e angeli attribuito a Scilla Peccenini posto dietro all'altare, di cui si hanno poche notizie, se non quella che è vissuto sicuramente alla fine del ‘500. Nella parete sinistra è presente anche l’affresco raffigurante San Sebastiano, della stessa mano della Madonna dei Pantanelli.